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25 NOVEMBRE, INSIEME PER FERMARE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Donne e lavoro, Istat: il 15% denuncia di avere subito molestie, "dato sottostimato, non è facile denunciare"

È molestia sessuale “qualsiasi forma di comportamento indesiderato, verbale, non verbale o fisico, di natura sessuale, avente lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una persona, in particolare quando crea un ambiente intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo” (Direttiva UE (2006/54/CE), articolo 2, paragrafo 1, lettera d)

La violenza che si esercita sulle donne non è solo quella che arriva all’esito più brutale. È anche violenza psicologica, ed è anche violenza economica. Certo è che il 20% delle donne ha subito violenza almeno una volta nella vita e il 15% delle donne tra i 15 e 70 anni, 1 milione e 900mila, ha subito molestie sul lavoro o ricatti sessuali per ottenere un lavoro e/o un avanzamento di carriera.

MOLESTIE E VIOLENZE SUL LAVORO

Nell’81% dei casi le molestie sono agite da uomini, in particolare colleghi, e diventano quasi la totalità dei casi (96%) per i ricatti sessuali, da parte di capi in questo caso, per ottenere un lavoro o un avanzamento di carriera. Numeri questi ultimi che ci fornisce l’indagine Istat sulle molestie sul luogo di lavoro per il biennio 2022/2023, ma che difettano del fatto che a denunciare si fa fatica, rimanendo quindi un fenomeno sottostimato, sotterraneo per la paura di perdere il lavoro.

Numeri che difettano perché ci sono lavori che non hanno tutele sufficienti per sentirsi libere di denunciare. Il rischio di subire molestie aumenta tra le donne più giovani entrate da poco nel mondo del lavoro (21.2%) e si è più esposte al rischio di subire molestie, prevalentemente offese, più è elevato il titolo di studio, diventano molestie prevalentemente fisiche in caso di titoli di studio diversi.

GENDER GAP

Dati specchio di una radicata cultura del possesso e del controllo e di quella visione patriarcale, che assegna ancora alla donna ruoli subordinati all’uomo, sia nel lavoro che nella società. Le donne continuano a essere penalizzate rispetto alla qualità e quantità del lavoro e anche questo è causa di ricatti e soprusi: altissima precarietà, basse retribuzioni, scarsa protezione sociale, alto tasso di part-time involontari o indotti dal lavoro di cura dentro la famiglia, ancora fortemente sbilanciato e poco condiviso all’interno di essa, discriminazioni nella carriera, non permettono a molte donne di godere della necessaria autonomia economica per autodeterminarsi e decidere liberamente.

Si trovano più deboli di fronte alle sfide del futuro e del lavoro che cambia; infatti, le donne sono molto meno presenti nei settori scientifici e tecnologici su cui si sta sviluppando il lavoro del futuro, hanno un livello più basso di digitalizzazione e meno accesso agli stessi strumenti digitali. 

1922

Se sei vittima di violenze o molestie sul luogo di lavoro contatta subito il 1922 e il delegato sindacale o il sindacato più vicino.

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