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ToggleLFoundry di Avezzano dichiara una "riorganizzazione" aziendale, taglia diritti e salari a tutti e manda a casa 100 persone. MOBILITAZIONE SINDACALE UNITARIA
“È inaccettabile che un’azienda in cui le lavoratrici e i lavoratori, anche in somministrazione, hanno contribuito a garantire livelli produttivi di qualità e redditività, annunci, come fatto il giorno 29 ottobre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per una scelta riorganizzativa finalizzata ad aumentare i profitti, che più di 100 persone che da molto tempo (in alcuni casi oltre dieci anni) lavorano stabilmente in somministrazione, il 31 dicembre 2024 verranno espulsi dal processo produttivo e si ridurranno diritti e salari per tutte e tutti.” Così NIdiL CGIL FeLSA CISL e UILTemp nazionali in una nota diffusa nella serata di ieri, 7 novembre.
Le Organizzazioni Sindacali che rappresentano i somministrati (ex interinali) dichiarando il sostegno alla “vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori di LFoundry di Avezzano per la difesa dei livelli occupazionali e delle condizioni di lavoro” chiedono che “nell’ambito della trattativa si utilizzino tutti gli strumenti a disposizione per la tutela dei livelli occupazionali e per garantire le condizioni di lavoro senza tagli sui diritti e sui salari.”
“Invitiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori a sostenere e partecipare alle iniziative sindacali programmate dalle categorie territoriali affinché si possano modificare le scelte aziendali” concludono, quindi, NIdiL CGIL FeLSA CISL e UILTemp.
"VERTENZA LFOUNDRY DI AVEZZANO EMBLEMATICA DI COSA STA SUCCEDENDO OGGI NEL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO"
Intervento di Andrea Borghesi, segretario generale NIdiL CGIL Nazionale, all'Assemblea Nazionale dei Delegati* CGIL di Milano, il 6 ottobre 2024
"Territorio marsicano già colpito da crisi economica non sarà in grado di ricollocare i 100 lavoratori espulsi dalla LFoundry di Avezzano | Il comunicato NIdiL FeLSA UILTemp Abruzzo Molise
Il 30 ottobre scorso NIdiL CGIL FeLSA CISL e UILTemp Abruzzo Molise, aderendo alle mobilitazioni proclamate dalle categorie sindacali dei diretti, FIOM, FIM, UILM, avevano denunciato l’emergenza per i lavoratori somministrati nell’azienda di Avezzano, sottolineando anche come “il territorio marsicano, già colpito da una crisi economica che interessa vari settori, non sarà in grado di ricollocare tali professionalità nel breve termine.”
“Non possiamo, inoltre, non considerare che la crisi dell’automotive aumenterà la difficoltà di ricollocazione e il numero di famiglie che dovranno vivere con minori entrate – prosegue la nota dei sindacati territoriali – Questa situazione non solo colpisce i lavoratori direttamente interessati, ma si ripercuote sull’intero tessuto sociale ed economico della nostra comunità.”
Ritirare i provvedimenti annunciati e vincolare ogni finanziamento pubblico alla salvaguardia occupazionale, salariale e produttiva | Il Comunicato Fiom NIdiL CGIL L'Aquila con le RSU FIOM LFoundry
“Dichiarazioni gravi e preoccupanti” che “stridono con i guadagni realizzati dall’azienda e con il record produttivo raggiunto nel 2023”. Il commento di Fiom, NIdiL e CGIL L’Aquila, con le RSU Fiom LFoundry, in un comunicato diffuso il 30 ottobre per informare sugli esiti dell’incontro con il Ministero del Made in Italy del 29 ottobre e, quindi, su quanto affermato dai vertici aziendali.
“L’azienda ha comunicato che è tutt’ora in corso il processo di transizione, partito nel 2019 con la vendita di tutte le quote societarie alla cinese Sparc, che aveva come obiettivo quello di andare verso la produzione di prodotti propri, processo che a quanto pare è ancora ben lontano dall’essere compiuto, nonostante i numerosi strumenti già utilizzati dall’azienda (tra cui Fondo Nuove Competenze e Contratto di espansione) che hanno visto l’utilizzo di risorse pubbliche. Il contratto con il cliente principale è stato prorogato per il 2025, ma solo per una parte delle produzioni.”
Fiom, NIdiL e CGIL L’Aquila, con le RSU Fiom LFoundry riportano quindi che “L’azienda ha dichiarato che a partire da gennaio 2025 TUTTI i lavoratori in somministrazione (oltre 100 persone) verranno lasciati a casa, e che circa 80 lavoratori LFoundry passeranno da indiretti a diretti, andando incontro a un potenziale demansionamento. L’azienda ha inoltre dichiarato che, in concomitanza con il cambio turno avviato il 1 ottobre, intende mettere in discussione le attuali maggiorazioni turno, la qual cosa si tradurrà per le lavoratrici e i lavoratori in taglio salariale. Altra comunicazione ha riguardato Help desk e Security che saranno oggetto, rispettivamente, di esternalizzazione e internalizzazione; da capire cosa succederà alle lavoratrici e ai lavoratori interessati. Il tutto in assenza di una seria politica di rilancio e sviluppo del sito di Avezzano e delle sue produzioni!”
“Come FIOM, NIdiL e CGIL – conclude il comunicato – chiediamo che vengano ritirati i provvedimenti annunciati, che penalizzano pesantemente occupazione e reddito dei lavoratori, e che ogni eventuale finanziamento pubblico, anche quello sulla formazione, sia vincolato alla salvaguardia occupazionale, salariale e produttiva, perché non si possono accordare fondi pubblici a chi dichiara di voler rispedire a casa oltre 100 persone e tagliare i salari!”
LFoundry, i punti della sua “strategia” svelati nell’incontro con il Ministero del 29 ottobre | Il Comunicato Fiom Fim Uilm nazionali e territoriali con le RSU LFoundry
FIOM, FIM, UILM nazionali e territoriali con le RSU LFoundry il 29 ottobre hanno diffuso il resoconto dettagliato del loro incontro presso il MIMIT con la Direzione aziendale, “per un aggiornamento, da lungo tempo richiesto, sulle prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento di Avezzano. Nel corso dell’incontro – riferiscono – l’Amministratore delegato dell’azienda ha dichiarato che:
– il sito di Avezzano ha un portafoglio prodotti di almeno 333 nuovi oggetti, di cui 74 già predisposti per la produzione e 84 nella fase di preserie;
– che hanno prorogato per il 2025 almeno una parte delle attività svolte per OnSemi e che procedono a discutere di altre commesse con la stessa ditta;
– che dopo il picco di 2,8 milioni di “moves” settimanali registrato nel 2023, già dal 2024 si registra a causa di vari fattori, tra cui ritardi nello sviluppo prodotti, una riduzione dei “moves” a 2,5 milioni per il 2024, con un ulteriore riduzione a 2,5 milioni nel 2025, per poi risalire nel 2026/2027 con l’entrata in produzione dei prodotti per il mercato cinese;
– per rendere competitivo il sito di Avezzano e attrarre investimenti da parte della società controllante sarebbero necessari una serie di interventi come:
- Terminare il rapporto di lavoro con circa 100 dipendenti in somministrazione a tempo indeterminato che risulterebbero quindi licenziati;
- Trasferire dalle attività indirette dei gruppi di supporto circa 80 dipendenti verso le attività in sala;
- Internalizzare il servizio di Security ed esternalizzare quello di Help desk;
- Considerare impossibile da applicare la promessa di “restituire“ ai lavoratori una quota dei superminimi assorbiti in seguito agli aumenti contrattuali;
- Non applicare le maggiorazioni per lavoro notturno come definite dagli integrativi e voler applicare il trattamento del CCNL.
- Inoltre, la Direzione chiede di individuare forme per utilizzare nei turni anche personale con le esenzioni.”
“In questo contesto, la Delegazione sindacale ha sottolineato la fragilità del piano aziendale presentato che vede il cliente storico di Avezzano ridurre margini e volumi, mentre si attende che il mercato cinese assorba i nuovi prodotti del sito di Avezzano. Per questo, ha chiesto al Governo e alla Regione Abruzzo di sostenere le richieste dei lavoratori e delle lavoratrici di contrastare le richieste aziendali di sacrifici per i dipendenti, almeno fino a quando non si chiarisce una seria politica di rilancio e sviluppo del sito di Avezzano e delle sue produzioni. Per queste ragioni nei prossimi giorni verranno indette le assemblee per decidere insieme le azioni da intraprendere a tutela di occupazione e salario dei lavoratori.”