É Lavoro. Abbiamo deciso di chiamare così la nuova Newsletter della nostra categoria, NIdiL, Nuove Identità di Lavoro CGIL
Al singolare, perché le Identità possono essere diverse, ma il Lavoro è uno solo: è il Lavoro che ha dato e dà dignità, libertà alle persone e che ha ispirato, come elemento centrale, la nostra Costituzione repubblicana. Il Lavoro come motore di libertà e di uguaglianza e, conseguentemente, come fattore determinante della cittadinanza.
Il lavoro è cambiato
Il Lavoro è cambiato perché le modalità di realizzazione della prestazione non sono più solo quelle che abbiamo conosciuto nel secolo scorso, perché la tecnologia e l’innovazione hanno costantemente modificato, attraverso una nuova organizzazione della produzione, quantità, intensità, qualità dell’apporto del lavoratore e delle lavoratrici al prodotto o al servizio prestato, e perché le imprese hanno teso a spezzettare i cicli produttivi, sostenute da norme che hanno flessibilizzato il mercato del lavoro.
L’effetto è l’aumento delle polarizzazioni e delle disuguaglianze, tra chi è più professionalizzato e/o al centro del processo produttivo, e chi è meno professionalizzato e/o ai margini, o meglio ai confini, del processo, con in mezzo un’area, sempre meno vasta, di chi galleggia, con una conseguente differenziazione di reddito, di diritti, di tutele e una diversificazione di forme contrattuali. Fuori c’è chi spinge per entrare ed è magari è intrappolato in percorsi di lavoro povero e/o discontinuo o è disoccupato.
Il Lavoro 4.0
La tecnologia permette oggi di produrre, ma soprattutto di offrire, servizi anche a grande distanza tra chi dispone e chi opera ma questa distanza non riduce il potere di organizzazione e controllo del “centro”, anzi lo amplifica. Si pensi, ad esempio, ai riders il cui rapporto di lavoro è regolato da un’applicazione gestita da un algoritmo e/o da uomini e donne distanti magari migliaia di chilometri, e la cui “autonomia” è ridotta al dare o meno una disponibilità al lavoro in determinate ore della giornata. Oppure pensiamo ai lavoratori del call center che operano per il servizio clienti di Apple, ai quali si deve l’operatività dei ricchi prodotti di quell’azienda: la gran parte di loro sono somministrati ad una società che lavora per il colosso americano che decide il contenuto del loro lavoro. In pratica, contribuiscono alla creazione di valore aggiunto dei prodotti di Tim Cook e soci ma non ne vedono neanche le briciole.
É vero che l’impatto della tecnologia e dell’innovazione ha sempre modificato e, in molti casi, ridotto il Lavoro, il punto è che ora sembra essere utilizzata per rendere ancora più subalterno il rapporto tra datore di lavoro/committente/utilizzatore e lavoratore, mentre le stesse forme contrattuali messe a disposizione dall’ordinamento diventano strumento per aumentare la frammentazione dei cicli produttivi attraverso terziarizzazioni, appalti, somministrazione, rapporti di lavoro autonomo non sempre genuino.
Stesso lavoro: stessi diritti
Ora, NIdiL vuole stare lì, agire dentro la CGIL e fuori, nei luoghi di lavoro, nei siti e nelle filiere, come soggetto della contrattazione inclusiva – affermando innanzitutto il principio che a pari lavoro corrispondano pari retribuzione e diritti -, e nell’area del lavoro discontinuo e della ricerca del lavoro. Stare lì, in strada, significa approfondire e ridefinire il lavoro avviato sui professionisti a Partita Iva costruendo vertenzialità collettiva, e non solo servizio individuale, sia sul versante dei diritti generali sia su quello dei compensi. Significa anche esercitarsi nei territori sulla rappresentanza dei disoccupati, di chi vorrebbe entrare nel mercato del lavoro ma non riesce o lo fa saltuariamente, agendo la contrattazione sociale e per l’occupazione.
In poche parole, vogliamo organizzare le tante Identità attorno ad un progetto sindacale di lotta alla precarietà, per riunificare e ricucire i destini e le condizioni di Lavoro di tanti uomini e donne, nel lavoro e nella società. Lavoro, diritti, cittadinanza, Costituzione!