SOMMARIO
ToggleAnche il dipendente di un’ Agenzia per il Lavoro, con contratto di somministrazione, ha diritto a ricevere il bonus lavoro domestico previsto dal Decreto Rilancio. Il caso che ha portato all’affermazione di questo principio si è presentato nella scorsa primavera quando agli sportelli del Patronato Inca Cgil di Genova sono arrivate alcune lavoratrici domestiche (colf e badanti) per richiedere il bonus di mille euro a parziale ristoro dell’inattività dei mesi di aprile e maggio.
La domanda presentata all’Inps dal Patronato è stata rifiutata in quanto le lavoratrici in questione non erano dipendenti dirette, ma somministrate. La CGIL, assistita dall’avvocato Barbara Storace, ha quindi ritenuto di dover procedere con un’azione legale a tutela delle lavoratrici. Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza del Tribunale di Genova che rimuove la discriminazione.
“Siamo molto soddisfatti per l’esito di questa causa – ha commentato Gabriele Parodi. direttore Inca Cgil Genova – prima di tutto perché da subito abbiamo sostenuto che la mansione lavorativa fosse la stessa e quindi non c’era alcun motivo per discriminare queste lavoratrici che ora riceveranno quanto gli spetta, e poi perché questa sentenza fa giurisprudenza e siamo molto soddisfatti che questa vittoria parta da Genova”.
Aggiunge Laura Tosetti, segretaria generale NIdiL Cgil Genova: “La nostra categoria e il Patronato Inca sono a disposizione di tutti coloro ai quali è stata respinta la domanda dall’Inps. Ricordiamo che hanno tempo un anno dal respingimento. I requisiti per il bonus erano: avere un contratto di lavoro domestico superiore alle 10 ore settimanali e non da ‘convivente’ al 23 febbraio 2020. Erano esclusi i titolari di pensione e coloro che avevano un altro rapporto di lavoro a tempo indeterminato diverso dal lavoro domestico”.