SOMMARIO
ToggleBlack Friday Amazon 25 novembre, mobilitazione dei Sindacati Uni Global in tutto il mondo. Volantinaggi negli stabilimenti italiani.
#MakeAmazonPay Day: lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini, divise e divisi dalla geografia e dal ruolo nell’economia globale, ma unite e uniti nell’impegno a far sì che Amazon corrisponda stipendi equi, versi le tasse e paghi per il suo impatto sul pianeta.
Il 25 novembre i Sindacati della UNI Amazon Alliance organizzeranno in tutto il mondo volantinaggi negli stabilimenti Amazon, flashmob e iniziative con e accanto alle lavoratrici e ai lavoratori del Colosso americano.
#MakeAmazonPay che significa?
La parola d’ordine della Campagna internazionale è “Make Amazon Pay”, ma cosa vuol dire? In pratica, vuol dire che Amazon può e deve pagare il suo impatto sulla comunità e sul pianeta.
L’impatto di Amazon sulle comunità e sul pianeta
Negli ultimi 10 anni Amazon è cresciuta senza interruzioni, nel secondo trimestre del 2022 ha registrato ricavi da record: 121 miliardi di dollari. Insieme alla crescita del fatturato sono cresciuti i ritmi, i carichi di lavoro e il turnover dei lavoratori. Tra i risvolti del boom dell’e-commerce, anche lo stress del sistema logistico e dei trasporti con conseguenze pesanti anche a livello ambientale.
Quindi, in un contesto in cui per chi lavora e usa beni di consumo il prezzo di tutto sta aumentando, le temperature sono in aumento e il nostro pianeta è sotto stress, invece di sostenere i suoi lavoratori e le sue lavoratrici, le comunità e il pianeta, Amazon li sta spremendo fino all’ultima goccia.
Amazon sfrutta lavoratrici e lavoratori
In tutto il mondo Amazon spreme i e le dipendenti (i salari reali diminuiscono) e rafforza le sue tattiche per arrestare l’azione sindacale.
L’Italia è l’unico Paese in cui il Sindacato è riuscito a siglare un accordo ponendo le basi di una contrattazione a lungo termine.
Amazon sfrutta le Comunità
La strategia globale del Colosso dell’e-commerce in materia fiscale è quella di “spremere le comunità”. Ad esempio, nel 2021 in Europa non ha pagato alcuna imposta sul reddito e ha invece ricevuto 1 miliardo di euro di crediti d’imposta su 55 miliardi di euro di vendite.
Amazon sfrutta il pianeta
Amazon spreme il pianeta: nonostante contabilizzi solo l’1% di tutte le vendite di prodotti nel calcolo delle sue emissioni, le emissioni di CO2 della società sono aumentate del 18% nel 2021.
#MakeAmazonPay in Italia
Il 25 novembre, anche in Italia, saremo fuori dai magazzini per parlare con lavoratrici e lavoratori e chiedere ad Amazon una maggiore responsabilità sociale. Con l’accordo del 12 ottobre abbiamo raggiunto un primo importante risultato per chi lavora in Amazon Logistica e Amazon Transport, ma ci sono ancora molte cose da fare.
La campagna di tutela nei confronti di chi lavora in Amazon continua verso le lavoratrici e i lavoratori diretti, in somministrazione, delle aziende in appalto all’interno dei magazzini e i driver delle aziende che fanno le consegne.
Unire le rivendicazioni è stato ed è l’unico modo per realizzare risultati concreti per tutti i lavoratori della filiera Amazon. Non è un caso se solo in Italia, dove abbiamo unito le forze, siamo riusciti a sederci al tavolo con la Multinazionale e ad aprire un dialogo. Lavoratrici e lavoratori, insieme, fanno la differenza.
L’accordo sindacale del 12 ottobre 2022
L’accordo del 12 ottobre 2022 è stato firmato da Amazon con Filt CGIL, Fit CISL, Uiltrasporti e RSA (per i dipendenti diretti e appalti) e NIdiL CGIL, FeLSA CISL e UILTemp (per i somministrati). Questa prima intesa ha portato a un aumento della retribuzione del 2% (dal 1 ottobre 2022), un aumento del buono pasto da 5 a 7 euro (dal 1 gennaio 2023) e 500 euro in buoni acquisto.
La platea a cui l’accordo si rivolge è composta da tutto il personale dipendente a tempo determinato e indeterminato e da quello in somministrazione (tramite Agenzie per il Lavoro), sia a termine che a tempo indeterminato.
Questo importante risultato non esaurisce il confronto con Amazon che dovrà svilupparsi sui restanti temi della piattaforma di filiera.
Cosa chiediamo ad Amazon
Chiediamo che Amazon dia continuità agli impegni presi con l’Accordo su un sistema regolato di relazioni industriali:
- Coinvolgendo nelle scelte il sindacato, le RSA/RSU, lavoratori e lavoratrici
- Redistribuendo il profitto
- Stabilizzando le lavoratrici e lavoratori precari
- Cessando le pratiche di controllo ossessivo dei lavoratori e condividendo le decisioni in merito al trattamento dei dati sensibili raccolti.
Basta turover selvaggio dei somministrati
Il massiccio ricorso al lavoro somministrato va ridotto al necessario fisiologico e deve essere garantito il massimo della continuità lavorativa. Basta turn over selvaggio, fermo restando che la modalità principale di rapporto di lavoro negli stabilimenti Amazon deve essere quella della dipendenza diretta, a tempo indeterminato.
Con l’Accordo abbiamo condiviso che il prossimo confronto verterà sulle modalità di stabilizzazione del lavoro precario.
Basta controlli indiscriminati sul personale
Le tecnologie di sorveglianza, immagini e dati, usate da Amazon devono essere coerenti con le norme. No al controllo dei lavoratori per spingerli a lavorare più intensamente e più velocemente di quanto sia accettabile in termini di sicurezza e tutela della salute. Inoltre, i dati raccolti dai sistemi tecnologici devono essere resi disponibili ai lavoratori e ai loro rappresentanti e non devono produrre interventi disciplinari.
Basta ritmi di lavoro asfissianti
I ritmi e i tempi di lavoro vanno discussi con il Sindacato e le RSA/RSU per evitare modalità che possano danneggiare la salute psicofisica delle lavoratrici e dei lavoratori.
Secondo un’indagine Uni Global, infatti, chi lavora in Amazon, in tutto il mondo, denuncia stress e ansia dovuti al ritmo di lavoro intenso e al monitoraggio tecnologico intrusivo della sua performance.
Il sondaggio creato dalle Organizzazioni Sindacali che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori Amazon in tutti i Paesi è ancora aperto, se vuoi partecipare ecco il link al questionario. È composto da poche domande e le tue risposte saranno del tutto anonime.
Sindacato in ogni stabilimento
Per dare sostanza agli impegni presi con l’Accordo Amazon del 12 ottobre 2022 e alle questioni da definire nel futuro, il confronto deve essere attivato anche in ogni singolo magazzino, localmente. Gli argomenti su cui i lavoratori e i loro rappresentanti devono poter dialogare con l’azienda sono, quindi, gli orari di lavoro, gli interventi su salute e sicurezza, la protezione dei dati, l’organizzazione del lavoro, la stabilizzazione dei lavoratori somministrati utilizzati in modo strutturale.
Volantinaggi #MakeAmazonPay in Italia
Il 25 novembre, Black Friday, mettiamo al centro il Lavoro, i Diritti, la Sicurezza. Ecco l’elenco di tutti gli stabilimenti Amazon italiani in cui saremo presenti [in aggiornamento]: vieni a prendere il tuo volantino!
- San Bellino BLQ1 (RO), dalle ore 13 alle 15.30 (Filt/NIdiL CGIL)
- Castelsangiovanni MXP8 (Piacenza) dalle ore 13 alle 15 (Filcams/NIdiL CGIL)
- San Giovanni Teatino DRU1 (CH) 9.00/13.00 (Filt CGIL)
- San Salvo Fulfillment (CH) dalle ore 13.00/15.30 (Filt/NIdiL CGIL)
- Elmas Customer Service/AWS (Cagliari) dalle ore 12 (Slc CGIL)
- Camerano DMR1 (An) (Filt/NIdiL CGIL)
- Civitanova Marche (MC) (Filt/NIdiL CGIL)
- Torrazza Piemonte TRN1 (TO) dalle ore 14.00 (Filt/NIdiL CGIL)
- Novara Agognate MXP6 (Filt CGIL)
- Buccinasco DLO4 (Milano) dalle ore 7.00 (Filt/NIdiL CGIL)
- Spilamberto (Mo) BLQ8 (Bologna) dalle ore 13 alle 17 circa (Filt/NIdiL CGIL)
- Fara Sabina Passo Corese FCO1 (Roma) dalle 13,30 alle 14,30 (Filt/NIdiL CGIL)
- Vercelli MXP3 (Vercelli)
- Cividate al Piano BGY1 (Bergamo) dalle 12,30 alle 14,30 (Filt/NIdiL CGIL)