In merito alla vicenda delle multe comminate ad alcuni lavoratrici e lavoratori Lsu e Lpu che manifestavano nel dicembre del 2015 per ottenere la proroga dei contratti (in scadenza al 31 dicembre del 2015), “come Cgil abbiamo lanciato un appello a tutti i parlamentari e alla deputazione parlamentare calabrese, ai consiglieri regionali e a tutte le forze politiche affinchè ognuno, per le proprie prerogative, si attivi per risolvere questa che appare, a tutti gli effetti, come una clamorosa beffa.” Questo il commento a caldo di Antonio Cimino, Coordinatore NIdiL Cgil Calabria.
“Al momento del rilievo, i lavoratori, tra l’altro, avevano già smobilitato e lasciato libera la sede stradale, seppur con i tempi necessari a una smobilitazione che riguardava migliaia di persone che erano scese in piazza – continua a spiegare Cimino – Una beffa perché è proprio in virtù di quelle manifestazioni se il Governo poi decise di acconsentire alla proroga dei contratti. Stiamo quindi parlando di un’azione che non fu una scelta ma fu un obbligo da parte di oltre 4.500 lavoratori Lsu e Lpu che non solo a Cosenza, ma anche a Reggio Calabria e Lamezia, scesero in piazza perché costretti da oltre un ventennio di precariato.”
Riguardo alla scelta di comminare queste multe nel periodo natalizio, il Coordinatore NIdiL Cgil Calabria commenta: “è una bruttissima cosa, perché rovina un clima che dovrebbe essere festoso e di speranza, ma soprattutto perchè testimonia ancora una volta la lontananza della politica, del Governo, rispetto alla Calabria e ai problemi del lavoro che dalla Calabria drammaticamente emergono e vengono portati alla ribalta della pubblica opinione.
Non era questa, sicuramente, la scelta migliore che poteva essere messa in campo per rispondere a una manifestazione di lavoratrici e lavoratori, fra le altre cose, pacifica. Ci saremmo aspettati, così come è avvenuto anche per quanto riguarda l’avviso di garanzia che aveva raggiunto i segretari generali di Cgil Cisl e Uil per le manifestazioni di protesta avvenute a dicembre 2018, che anche per questi lavoratori ci potesse essere un’archiviazione.
Così non è stato, ma non disperiamo che la politica, dalla deputazione calabrese al Governo, fino al Presidente della Repubblica, non prenda a cuore una situazione davvero paradossale. Sarebbe veramente una vergogna se a pagare, in una lotta per il lavoro, fossero – alla fine – proprio i lavoratori.“