SOMMARIO
ToggleIl lavoro mediante piattaforme digitali rappresenta una delle sfide più importanti del nostro tempo, tra opportunità di innovazione e la necessità di garantire diritti e tutele adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori.
Tavola rotonda sindacato istituzioni politica. Presentata Inchiesta NIdiL CGIL sui rider.
Roma, 31 gennaio 2025 – Si è tenuta ieri a Roma, la tavola rotonda “Lavoro digitale e diritti. Verso l’attuazione della direttiva europea” organizzata da NIdiL CGIL Nazionale sul tema del lavoro mediante piattaforme digitali che rappresenta una delle sfide più importanti del nostro tempo, tra opportunità di innovazione e la necessità di garantire diritti e tutele adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori.
Dopo l’introduzione di Roberta Turi, segreteria nazionale NIdiL CGIL, che ha presentato i primi risultati dell’inchiesta su ”La condizione di lavoro dei rider nel food delivery” lanciata a giugno 2024, sindacato, istituzioni e politica hanno aperto la discussione sulle prospettive offerte dalla direttiva europea e sulle azioni necessarie alla costruzione di un futuro più equo e dignitoso per chi lavora nel settore.
Alla tavola rotonda hanno partecipato Andrea Borghesi, segretario generale NIdiL CGIL; Valentina Barzotti, deputata M5S; Maria Cecilia Guerra, deputata PD; Alessandra Ingrao, professore associato Dipartimento Giurisprudenza, Università Statale di Milano; Franco Mari, deputato AVS; Aniello Pisanti, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Direzione Centrale Vigilanza e Sicurezza sul Lavoro; Francesca Re David, segreteria nazionale CGIL.
“Questa iniziativa sulla direttiva europea si inserisce nel percorso che la CGIL ha avviato per i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza. – ha commentato Roberta Turi, segreteria nazionale NIdiL CGIL – Vogliamo che il lavoro torni al centro del dibattito pubblico, non solo per il sindacato, ma per l’intera società. Perché non basta aumentare il numero degli occupati: è necessario che il lavoro sia dignitoso, con salari adeguati, le giuste tutele sociali, pensioni sufficienti e un’attenzione concreta alla salute e alla sicurezza.”
“Oggi, in Italia, migliaia di persone lavorano tramite piattaforme digitali, per lo più inquadrate come lavoratori autonomi – prosegue Turi – Se guardiamo ai rider del food delivery, la nostra inchiesta evidenzia che la maggior parte di loro guadagna dai 2 ai 4 euro lordi a consegna, su cui devono pagare tasse e contributi. Per riuscire a sopravvivere, sono costretti a lavorare, nella maggior parte dei casi, sette giorni su sette, per una media di dieci ore al giorno. Hanno pochissime tutele sociali, un elevato rischio di infortuni e pensioni che saranno del tutto insufficienti. Ma i rider, però, sono solo la punta dell’iceberg di un modello di organizzazione del lavoro che non solo sfrutta le persone scaricando su di loro ogni responsabilità, ma le mette anche in competizione tra loro, creando una continua guerra tra poveri. È davvero questo il lavoro che vogliamo? È questo il futuro che desideriamo per le nuove generazioni, nell’era dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi?”
“La direttiva europea deve porsi l’obiettivo di eliminare l’uso indiscriminato di forme di lavoro autonomo per attività che non hanno nulla a che vedere con una reale autonomia. Questo è il primo punto. Poi vi è la necessità di garantire la trasparenza degli algoritmi, impedire ogni forma di discriminazione e permetterne la contrattazione con le organizzazioni sindacali. L’organizzazione del lavoro deve essere condivisa per non ledere la salute e la sicurezza delle persone e per garantire ritmi di lavoro sostenibili. Le piattaforme digitali non possono pensare di gestire il lavoro senza una presenza umana nella gestione dei lavoratori. Il valore delle relazioni umane è fondamentale per garantire dignità a chi lavora. Non possiamo accettare un futuro in cui sia esclusivamente un’intelligenza artificiale a decidere per noi. Restiamo umani. Per questo – conclude la segretaria nazionale NIdiL CGIL – è essenziale discutere della direttiva europea sul miglioramento delle condizioni di lavoro nelle piattaforme digitali e fare in modo che venga recepita con l’obiettivo chiaro di garantire davvero condizioni di lavoro migliori.”
INCHIESTA NIdiL CGIL SUI RIDER
Secondo i primi risultati dell‘Inchiesta NIdiL CGIL sulle condizioni di lavoro dei rider la maggior parte dei ciclofattorini in Italia guadagna dai 2 ai 4 euro lordi a consegna, spesso costretti a lavorare 7 giorni su 7 e 10 ore al giorno per sopravvivere.