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ToggleLa legge di Bilancio per il 2022 non è la svolta attesa dal mondo del lavoro.
La legge di Bilancio per il 2022 non è la svolta attesa dal mondo del lavoro. Non fa tagli, è tecnicamente “espansiva” ma non socialmente progressiva: non è il cambio di passo di cui il Paese e i lavoratori avevano bisogno. Dopo una lunga fase di pandemia è necessario:
Rilanciare a partire dal Lavoro di qualità, contrastando il lavoro precario e povero, riducendo il peso fiscale su chi guadagna meno, estendendo gli ammortizzatori sociali per tutti, prevedendo una pensione dignitosa di garanzia. C’è un legame stretto tra tutti questi elementi.
Il sindacato confederale si sta mobilitando perché il Governo e il parlamento rispondano a partire dalla Legge di Bilancio in discussione.
Combattere la precarietà riducendo le tipologie contrattuali nel mercato del lavoro significa cancellare quelle più precarizzanti e prevedere, in caso di contratti a termine e in somministrazione, percorsi certi di continuità occupazionale e stabilizzazione dei lavoratori. No al Supermarket delle tipologie!
Rendere effettivo il principio di parità di trattamento/equo compenso perché ogni lavoratore dipendente o autonomo sia pagato con parametri retributivi certi e non sottoposto all’arbitrio del proprio datore di lavoro/committente.
Assicurare pensioni dignitose anche a chi ha avuto una vita lavorativa con buchi contributivi basse retribuzioni basse, part time, attraverso la definizione di una Pensione contributiva di garanzia con lo sguardo rivolto ai giovani e ai più fragili.
Investimenti privati e pubblici, anche quelli del PNRR, finalizzati alla creazione di lavoro sicuro e stabile.
Un programma di Garanzia Lavoro in cui lo Stato sia datore di lavoro di ultima istanza.
Un filo rosso tiene insieme tutti questi aspetti: le politiche pubbliche siano orientate al Lavoro di qualità, diano risposte a quei 5 milioni di lavoratrici e lavoratori senza occupazione stabile, bassi diritti, poche o nulle tutele.