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ToggleSoddisfazione dal sindacato, NIdiL CGIL a fianco di chi lavora con le Agenzie: la parità di trattamento è un diritto sancito dalla legge e dal CCNL, lo difenderemo sempre e in ogni sede.
Roma, 15 novembre 2023 – I somministrati hanno diritto allo stesso trattamento dei dipendenti diretti. Lo dicono la legge e il CCNL della somministrazione e continuano a confermarlo i giudici del lavoro, da Nord a Sud, a Milano, Firenze, Ancona, Foggia, Lamezia Terme, Mantova.
L’agenzia per il lavoro Adecco, infatti, finora, è stata obbligata in tutti i tribunali a risarcire i lavoratori che tra il 2019 e il 2021 avevano lavorato nella commessa Poste Italiane, prima come autisti e poi come postini, senza ricevere i premi produzione e la una tantum prevista dal rinnovo del CCNL di settore, come i dipendenti diretti.
“Anche durante i mesi più duri della pandemia, quando tutti eravamo chiusi in casa per l’emergenza Covid-19, questi lavoratori hanno garantito che il servizio di consegne di Poste proseguisse. – spiega Giuseppe Cillis, NIdiL CGIL Nazionale – Nonostante ciò, non è stato rispettato il loro diritto ad accedere ai premi produzione e alla una tantum prevista dal rinnovo del CCNL di settore predisposti per i dipendenti e, appena possibile, sono stati lasciati a casa. Abbiamo quindi messo a loro disposizione il nostro sostegno legale, e continuano ad arrivare le sentenze positive che obbligano Adecco a risarcire gli ex corrieri (per un totale, ad oggi, di oltre 50 mila euro) e a pagare le spese legali. Ma le cause aperte sono molte di più, attendiamo che anche gli altri tribunali si esprimano nei prossimi mesi.”
La parità di trattamento è alla base del lavoro in somministrazione, garantita dalla legge e acquisita nel CCNL di settore, ma troppo spesso questo diritto delle lavoratrici e dei lavoratori non viene rispettato dalle aziende utilizzatrici e dalle agenzie per il lavoro.
Nel 2021, gli ex somministrati in Poste Italiane sono stati protagonisti di una lunga lotta per la continuità occupazionale che si è conclusa con un “tutti a casa” perché l’azienda partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per risparmiare sul lavoro, ha alla fine preferito affidare il servizio delle consegne a società esterne.
“Nonostante il problema della continuità occupazionale, spesso si dice che il contratto di somministrazione lavoro, tra quelli precari, sia tra i più tutelati, ma se non viene rispettata la legge e manca la parità di trattamento, diventa l’ennesima forma di sfruttamento attraverso cui le aziende utilizzatrici risparmiano sul costo del lavoro, sulle spalle di chi lavora. – commenta Davide Franceschin, Segretario Nazionale NIdiL CGIL – Il pronunciamento dei giudici, nel ribadire per l’ennesima volta che la legge va rispettata, è una vittoria per il sindacato, ma soprattutto per tutte le lavoratrici e i lavoratori a cui vengono negati i diritti.”