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Toggle"Il Voto è la nostra rivolta" grande assemblea CGIL ha dato il via a campagna referendaria. Gli interventi di Franceschin e Iannuzzo.
Il 12 e il 13 febbraio, a Bologna, si è tenuta “Il Voto è la nostra rivolta“, una grande assemblea che ha dato il via a una straordinaria stagione di partecipazione democratica in vista della consultazione referendaria sui temi del lavoro e della cittadinanza.
Al PalaDozza riunite insieme sia l’Assemblea generale della CGIL sia le Assemblee di tutte le categorie nazionali, con la partecipazione di oltre 3mila delegate e delegati, esponenti del mondo dell’associazionismo e del comitato promotore del referendum sulla cittadinanza.
La campagna referendaria ci porterà a votare per cinque SÌ ai referendum sul lavoro e sulla cittadinanza. Un voto per chiedere con forza un cambiamento e modificare leggi che negli ultimi anni hanno precarizzato il lavoro e ridotto diritti e dignità delle persone. Un voto per riportare al centro il lavoro come motore della cittadinanza a difesa della democrazia e della Costituzione. Un voto per dare dignità a uomini e donne che da anni vivono, studiano, lavorano nel nostro Paese senza avere pari diritti.
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Intervento di Davide Franceschin, segretario nazionale NIdiL CGIL
Intervento di Erika Iannuzzo, delegata NIdiL CGIL somministrati al Ministero dell'Interno, presso gli uffici immigrazione delle questure e delle prefetture.
Compagne e compagni, buongiorno.
Oggi, in qualità di delegata del NIdiL e in qualità di lavoratrice somministrata precaria, ho l’onore di essere qui per rappresentare le lavoratrici e i lavoratori somministrati che prestano servizio presso gli Uffici Immigrazione delle Prefetture e delle Questure di tutta Italia.
Avendo ascoltato gli interventi dei compagni e delle compagne, delegati e delegate, voglio raccontarvi la nostra storia perché imprescindibilmente legata ai temi che stiamo affrontando in questi due giorni: precarietà, cittadinanza, e soprattutto dignità del lavoro.
La nostra storia, appunto, è una storia di lavoratori precari che parte da molto lontano, o meglio, da tempi lontani, e oggi sono qui per raccontarvi non solo quanto il divenire ciclico degli eventi ci abbia regalato la possibilità di vivere ansie e preoccupazioni, ma anche quanto l’instabilità (emotiva in primis!) ci abbia dato la forza di non arrenderci, di continuare a lottare.
La lunga vertenza sindacale ci ha portato oggi al raggiungimento di un enorme risultato. Ma prima di arrivarci mi sembra doveroso fare un passo indietro. Era maggio 2020, quando, in un momento storico particolare come quello dell’emergenza Covid-19, il D.L. 34/2020 meglio conosciuto come “Emersione da lavoro irregolare”, ha provato a dare un volto, un nome, una voce agli “invisibili”, o meglio, ai cittadini extra comunitari irregolari, facendo sì che noi lavoratori (1.150 persone), molti già precari negli uffici immigrazione, ne entrassimo a far parte nel periodo tra marzo e giugno 2021, con il fine di coadiuvare nell’istruttoria delle oltre 200 mila domande presentate da chi voleva vedersi riconosciuto un diritto in piena pandemia.
È così che siamo diventati dipendenti di un’agenzia di somministrazione (dopo quasi un anno di attesa dall’uscita della gara di appalto). Pensate un pó…lavoratori precari che regolarizzano lavoratori irregolari… quasi un paradosso!, “utilizzati” dal Ministero dell’Interno con un contratto di sei mesi prorogato per settimane, a volte mesi, fino al 31/12/2022 in virtù dello stato emergenziale (una volta emergenza Covid, una volta emergenza Ucraina).
Ci tengo a soffermarmi sulla parola “emergenza” perché il nostro contratto di lavoro è stato indissolubilmente e normativamente legato a un qualche stato di emergenza o crisi mondiale che ci potesse garantire la continuità occupazionale. Tutto ciò (ogni proroga firmata il giorno della scadenza del contratto) non è avvenuto senza sforzi: presidi territoriali, scioperi nazionali e manifestazioni ci hanno dato la possibilità di far sentire la nostra voce, di far conoscere la nostra situazione e quella degli Uffici Immigrazione che da anni, molti anni…risultano in carenza di organico e si avvalgono sempre e solo di personale esterno, dimostrando quanto il nostro apporto risultasse indispensabile, e soprattutto, di far luce sul fenomeno dell’immigrazione, di cui si parla tanto e male, che viene considerato un fenomeno emergenziale quando dovrebbe ritenersi un fenomeno ormai strutturale e pertanto da gestire in modo ordinario.
A dicembre 2022 sono stati stanziati fondi in legge di bilancio per il 2023 per garantire l’attività degli stessi uffici in cui abbiamo prestato servizio e avendo acquisito esperienze e professionalità avremmo dovuto continuare il nostro lavoro: peccato peró che la realtà si sia rivelata ben diversa.
Data l’impossibilità di procedere a un’ulteriore proroga del vecchio bando, l’Amministrazione ha indetto una nuova gara di appalto, che si sarebbe conclusa in tempi celeri, “dicevano”. Di conseguenza, dati i cosiddetti tempi celeri, dal 31/12/2022, 1.150 persone si sono ritrovate a casa per un tempo di 14 mesi; per 14 mesi gli Uffici Immigrazione si sono trovati irrimediabilmente bloccati, riuscendo a istruire soltanto le urgenze; per 14 mesi i cittadini extracomunitari si sono visti negare il diritto di costruirsi una vita, di essere riconosciuti in quanto persone.
Ma le nostre mobilitazioni non si sono mai fermate, facendo fronte comune per non essere dimenticati. Con NIdiL abbiamo organizzato iniziative di sensibilizzazione fuori gli uffici immigrazione delle questure e delle prefetture di tutta Italia, presidi territoriali , fino a giungere alla manifestazione nazionale a Roma che ha visto l’adesione di circa 500 ex lavoratori somministrati presso il Ministero dell’interno.
Dopo un anno e due mesi, tra febbraio e marzo 2024, 1.150 persone sono tornate a lavoro e gli Uffici Immigrazione delle prefetture e delle questure hanno tirato un sospiro di sollievo. Il nuovo bando con la nuova agenzia di somministrazione ha previsto un contratto di 13 mesi totali (ovviamente divisi in due tranche da 7 e 6 mesi, per non farci mancare l’ansia di cui sopra), la prossima scadenza è prevista per marzo/aprile 2025. Nel frattempo, avendo portato a termine la procedura straordinaria di emersione, lavoriamo la procedura prevista dal decreto flussi 2023-2025, con una media di quasi 200 mila domande presentate per ogni anno in tutta Italia, gestiamo la procedura di ricongiungimento familiare quale diritto dello straniero alla famiglia prevista dal Testo Unico Immigrazione, definiamo le procedure di rilascio dei permessi di soggiorno, gestiamo le fasi di acquisizione e i decreti relativi alla cittadinanza italiana.
E a proposito di cittadinanza, ripensando ai discorsi di ieri delle compagne e dei compagni, alle difficoltà che hanno incontrato per ottenere la cittadinanza italiana, ai lunghissimi tempi di attesa, voglio sottolineare quanto questa assemblea ci permetta di contrastare un sistema fallace con due facce di una stessa medaglia, dimostrando ancor di più quanto i temi del lavoro e della cittadinanza siano strettamente correlati. Ora abbiamo l’occasione e il dovere di cambiarlo attraverso il voto al referendum.
Come riportato dal Ministro dell’Interno durante il Question time alla Camera del 18 ottobre 2024, dalla nostra assunzione c’è stato un incremento del numero di istanze trattate pari a 1 milione e 400mila, che corrisponde a un incremento del servizio pubblico del 13%, e allora è necessario che la nostra esperienza sia riconosciuta e che siano riconosciuti tutti gli effetti positivi connessi.
In seguito agli incontri tra il Ministero dell’Interno e le rappresentanze sindacali, oggi possiamo dire, finalmente, di aver raggiunto un traguardo importantissimo, importante perchè l’Amministrazione ha assicurato la proroga tecnica fino alla conclusione di un nuovo bando di gara per garantire la continuità occupazionale fino a tutto il 2026, pur riducendo il personale a 900 unità, secondo quanto richiesto dalla Corte dei Conti. Si garantisce peró, l’avviamento di un primo concorso pubblico che inizialmente prevede 200 assistenti amministrativi per il settore immigrazione, considerando un punteggio aggiuntivo a chi, come noi somministrati, ha maturato esperienza nel campo, e di permettere quindi di ottenere la tanto agognata stabilità lavorativa riconoscendo il lavoro svolto.
Possiamo dire oggi di aver preteso e di aver conquistato l’ascolto e la giusta attenzione , dando prova che non bisogna arrendersi mai davanti agli ostacoli che possiamo incontrare. Ci troviamo di fronte ai buoni propositi di uno Stato che promette di investire sull’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori tuttora precari, ciò che più ci auguriamo, quindi, è la reale applicazione delle volontà espresse.
Da parte nostra, continueremo a lottare per il diritto al lavoro, e soprattutto per il diritto alla dignità di ognuno di noi.
Grazie a tutte e a tutti.
Al lavoro e alla lotta, e al voto!