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RIDER, INCHIESTA A PALERMO

  • Riders

Presentato a Palermo, il 15 novembre scorso, presso la Casa dei Rider “Antonio Prisco”, il primo Libro Bianco sui ciclofattorini siciliani. L’indagine promossa dalla CGIL Palermo ha coinvolto 90 lavoratori e lavoratrici che rappresentano circa un quinto dei 450 rider che operano in città, con l’intento di fotografare le condizioni di lavoro, rendere noto il fenomeno, fornire analisi e strumenti per immaginare soluzioni e, quindi, organizzare e rappresentare al meglio chi lavora nel settore del food delivery.

All’incontro hanno partecipato Dario Fazzese, segretario CGIL Palermo, Francesco Brugnone, segretario generale NIdiL CGIL Palermo, Olga Giunta, rider/segretaria Filt CGIL Palermo, Alessandro Grasso, Segretario generale Filt CGIL Sicilia, Roberto Brambilla, segretario Filcams CGIL Nazionale, Roberta Turi, segretaria nazionale NIdiL CGIL e Paola Marino, Giudice del Tribunale di Palermo, sez. Lavoro, Alessandro Bellavista, professore Diritto del lavoro, Università di Palermo.

IDENTIKIT DEL RIDER PALERMITANO

Secondo l’identikit che emerge dai dati, a svolgere il lavoro di rider a Palermo sono prevalentemente uomini (81,9%) con un’età compresa fra i 30 e i 40 anni, di istruzione media o anche medio alta.

Oltre la metà degli intervistati ha dichiarato di lavorare quasi esclusivamente per le piattaforme di food delivery da due o più anni: da 21 a 30 ore a settimana (30,2%) o più di 40 ore (23,3%), mentre un terzo dedica a questo impiego da 11 a 20 ore settimanali. Riguardo al mezzo di trasporto, la maggior parte (il 58,1%) usa lo scooter, il 23,3% l’auto, il 17,4% la bicicletta e pochissimi il monopattino.

Riguardo al rapporto di lavoro, uno su tre è dipendente, il 25% a tempo indeterminato e il 13% a tempo determinato; il 36% ha la partita IVA e il 26% ha una collaborazione autonoma occasionale (ritenuta d’acconto).

IL REDDITO MEDIO MENSILE DEI RIDER A PALERMO

Dalla ricerca della CGIL Palermo, il reddito medio mensile dei rider oscilla tra un minimo di 400 euro e un massimo di 2.100 euro, cifra che, però, raggiungono in pochi. “Per guadagnare 1.000 euro netti al mese un rider deve lavorare quasi 7 giorni su 7 per almeno 8 ore al giorno – spiega il segretario NIdiL CGIL Palermo, Francesco Brugnone – Questo dimostra che queste modalità di lavoro non sono dignitose né per il rider né per nessun altro lavoratore. Il modello imposto dalle piattaforme di food delivery non è attualmente compatibile con diritti, tutele e sicurezza dei lavoratori. Negli ultimi anni, infatti, le proteste di rivendicazione e gli scioperi dei rider sono stati all’ordine del giorno.

QUANTO SI SENTE SICURO UN RIDER CHE LAVORA A PALERMO?

In tema di Salute e Sicurezza, il questionario evidenzia che il 93% circa dei lavoratori intervistati è preoccupato per la propria incolumità, il 73,8% del campione ha risposto di sentirsi poco sicuro e il 19% “per niente sicuro”. La preoccupazione è legata prevalentemente alla condizione delle strade (86%), ma anche i furti (47,7%) e le aggressioni fisiche (41,9%) e verbali (27,9%) sono importante motivo di insicurezza, così come le condizioni meteo (45,3%).

A conclusione della presentazione del Libro Bianco sui rider palermitani, l’esecuzione con chitarra del brano “Signor Padrone” che il cantautore bresciano Alessandro Sipolo ha dedicato ai rider.

TURI: “OGNI TERRITORIO HA SUE SPECIFICITÀ, MA LE RIVENDICAZIONI E LA LOTTA SONO LE STESSE IN TUTTO IL PAESE”

I rider oggi sono la punta di un iceberg, quella più evidente, che emerge come simbolo dello sfruttamento contemporaneo in tutta Italia. – commenta Roberta Turi, segretaria nazionale NIdiL CGILAnche come NIdiL CGIL Nazionale stiamo portando avanti un’inchiesta sui rider, ma ciò che emerge da questo focus su Palermo è una fotografia molto interessante e particolare.

Palermo è stata e continua ad essere un laboratorio molto importante nello sviluppo di questa lotta, attraverso le mobilitazioni e anche attraverso le tre sentenze storiche che sono raccontate nel Libro Bianco, quella sul riconoscimento della subordinazione, quella sulla trasparenza dell’algoritmo e quella sulla salute e sicurezza.

Non c’è dubbio che a Palermo chi fa il rider lo faccia in maniera un po’ diversa rispetto a chi lo fa in zone come Milano, Firenze o Roma e non c’è dubbio che a Palermo il numero di lavoratori italiani sia maggiore rispetto ad altre zone dell’Italia, questo ci offre anche uno spaccato sul mercato del lavoro palermitano. Le rivendicazioni, le iniziative di lotta, le battaglie, tuttavia, sono le stesse in tutto il Paese.

INCHIESTA NAZIONALE SUI RIDER