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TogglePiattaforme food delivery costrette nuovamente a svelare i loro algoritmi, il loro funzionamento e le possibili ricadute discriminatorie. NIdiL, Filcams e Filt CGIL: superare capitalismo digitale
Roma, 9 agosto 2023 – Con la decisione adottata lo scorso 5 agosto il Tribunale di Torino ha nuovamente condannato per attività antisindacale Foodinho, la società italiana attraverso la quale la multinazionale del food delivery Glovo agisce in Italia.
L’ordinanza giunge al termine di un processo per condotta antisindacale promosso da NIdiL, Filcams e Filt CGIL presso il Tribunale di Torino e aggiunge importanti elementi di chiarimento del livello di trasparenza algoritmica rispetto a quanto già in altre sedi affermato: le piattaforme devono chiarire il funzionamento dei loro algoritmi rendendo comprensibili le “logiche di funzionamento dei sistemi, le informazioni che consentano di rendere “prevedibile” e “trasparente” la decisione adottata dal sistema automatizzato, le misure adottate per prevenire decisioni di natura discriminatoria.
Il giudice torinese ha segnalato inoltre, all’interno dei parametri che determinano i punteggi dei rider, funzionali all’accesso prioritario al calendario delle consegne, l’esistenza di “possibili discriminazioni indirette e della mancanza di misure idonee a prevenirle e ad eliminarne gli effetti”.
Secondo il Tribunale il sistema di profilazione dei rider presenta concreti rischi di penalizzazione del diritto di sciopero e per determinate categorie di lavoratori e lavoratrici ritenute meno produttive dalle logiche di programmazione dei modelli di gestione. La innovativa sentenza rappresenta un significativo passo avanti anche per il riconoscimento dei rischi connessi con i feedback e con il riconoscimento facciale dei sistemi.
Questa decisione– precisano NIdiL, Filcams e Filt CGIL – rafforza quindi la nostra recente iniziativa giudiziaria presentata proprio per contrastare gli effetti delle decisioni discriminatore algoritmiche che verrà esaminata nel mese di settembre.
L’azione dei sindacati segna un ulteriore avanzamento nel percorso di crescita dei diritti dei rider che vedono nuovamente accertato il diritto a conoscere i criteri che determino la possibilità di assegnazione di consegne, la disconnessione dalla piattaforma, la possibile perdita delle occasioni di lavoro.
Sono ormai decine i casi di sentenze su ricorsi promossi dal nostro sindacato che qualificano il rapporto di lavoro dei rider tout court come lavoro dipendente oppure come collaborazione organizzata dal committente; la CGIL da tempo ritiene – sottolineano NIdiL, Filcams e Filt CGIL – che proprio il riconoscimento dei diritti e tutele della subordinazione, attraverso l’applicazione di un contratto collettivo nazionale sottoscritto dalle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, consenta il superamento di un modello, oramai troppo diffuso, di “capitalismo digitale” che porta con sé vere e proprie forme di cottimo.
Una reale conoscenza del funzionamento degli algoritmi di prenotazione e assegnazione degli ordini di cibo e prodotti – continuano le Organizzazioni Sindacali – permetterà di agire per far sì che gli stessi non producano forme di discriminazione. E’ un’ulteriore vittoria – commentano NIdiL, Filcams e Filt CGIL – in un settore, quello del food delivery, che vede in queste ore una serie di vertenze aperte con migliaia di lavoratrici e lavoratori che rischiano di perdere il loro lavoro.