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ToggleRoma, 1 settembre 2021. NIdiL Cgil Felsa Cisl e Uiltemp, i sindacati che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori somministrati (ex interinali) il prossimo giovedì 23 settembre saranno in presidio a Roma, presso la sede del Ministero del Lavoro, per denunciare il rischio di perdere, entro fine anno, oltre 100mila posti di lavoro in somministrazione, in tutti i settori, dal Nord al Sud Italia.
Tra le motivazioni della mobilitazione, il fatto che “Per effetto del decreto agosto 2020 è stata introdotta una norma che, a seguito della sua interpretazione testuale, determina una durata massima di 24 mesi per i lavoratori somministrati assunti a tempo indeterminato dalle Agenzie, ma con missione a termine nelle Aziende. Tale norma, se non modificata, potrebbe comportare entro il prossimo 31 dicembre 2021 la cessazione delle missioni di 100mila lavoratrici e lavoratori, impedendo inoltre la continuità occupazionale anche per gli oltre 350mila assunti con contratto di lavoro in somministrazione a tempo determinato. La previsione normativa introdotta lo scorso agosto, smentisce anche le circolari del ministero del Lavoro precedenti che, correttamente, non prevedevano limiti temporali alla somministrazione a tempo indeterminato. La legge incentiva di fatto il turn over selvaggio su persone che da anni lavorano, non prevedendo in nessun modo obblighi di stabilizzazione da parte delle imprese e di continuità occupazionale.”
Nella nota sindacale diffusa oggi sui social e nei luoghi di lavoro, le Organizzazioni Sindacali denunciano inoltre che “Le ripetute iniziative effettuate attraverso la presentazione di possibili emendamenti al testo di legge e richieste di interlocuzione ministeriale, sono rimaste finora inascoltate.”
NIdiL Cgil Felsa Cisl e Uiltemp chiedono, quindi, con urgenza un intervento immediato per dare certezza e continuità lavorativa agli oltre 100mila lavoratori assunti dalle Agenzie per il Lavoro, scongiurando possibili tensioni sociali.
Davide Franceschin, segretario nazionale NIdiL Cgil: “Gravissimo il silenzio delle Istituzioni di fronte ad un’emergenza che, entro la fine dell’anno, senza un intervento normativo di correzione, porterà oltre centomila persone a perdere il lavoro. Un epilogo inaccettabile, soprattutto in una fase di ripresa economica e dopo mesi di sacrifici durante la pandemia. In pratica, a lavoratrici e lavoratori, già precari, si nega per legge la possibilità di continuare a lavorare e si alimenta il ricorso al turn over selvaggio. Ci batteremo contro questa ulteriore precarizzazione del mercato del lavoro, quando in questo periodo storico sarebbero necessari, invece, la stabilizzazione e i rinnovi dei contratti a termine. Per questo sosteniamo con forza il diritto alla continuità occupazionale.”