Sono circa 800mila le persone, in Italia, con un contratto di lavoro in somministrazione, il nuovo CCNL, sottoscritto oggi dai Sindacati, Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp, e le associazioni di categoria, Assolavoro e Assosomm, prova a dare soluzioni alla platea dei lavoratori precari, soggetti a turnover.
Continuità occupazionale al centro
“Il nuovo contratto di somministrazione lavoro è intervenuto con grande attenzione, all’interno di un mondo fatto di discontinuità e rapporti di lavoro flessibili e precari – spiega Andrea Borghesi, Segretario Generale NIdiL Cgil – L’articolato lima alcune criticità, frutto degli interventi normativi che si sono succeduti nel tempo, e mette al centro, con forza, il principio della continuità occupazionale. Una continuità che viene tutelata attraverso una normativa specifica sulla durata dei contratti, ma laddove questa condizione non si realizzasse, abbiamo previsto un sistema di sostegno al reddito (aumentato da 750 a 1.000 euro, dal 1 gennaio) e un’attività di formazione, “diritto mirato”, che sperimenta la possibilità per i lavoratori di trovare una ricollocazione attraverso un percorso di riqualificazione professionale.”
Rappresentanza sindacale e contrattazione di secondo livello
“Per le situazioni più complesse e delicate, inoltre, abbiamo valorizzato il ruolo della contrattazione di secondo livello e, quindi, rafforzato la rappresentanza sindacale, promuovendo e sostenendo la costituzione delle RSU, anche in un’ottica di inclusività contrattuale che è l’obiettivo che la Cgil si è data in questi anni – prosegue Davide Franceschin, Segretario Nazionale NIdiL Cgil – Una delle sfide che si aprono, infatti, è il rafforzamento e la qualificazione della rappresentanza sindacale, ossia la costruzione di un sempre maggiore radicamento nei luoghi di lavoro, con l’elezione di RSU e RSA.”
“Un’attenzione particolare, poi, è stata riservata alle tematiche di genere – conclude Borghesi – come sostegno alle lavoratrici in maternità a cui vengono riconosciuti il diritto di ricollocazione (in capo all’Agenzia per il Lavoro) e, in caso di maternità obbligatoria, il diritto alla parità completa di trattamento presso l’utilizzatore. Recepito il protocollo sulle molestie nei luoghi di lavoro.”