Si è tenuta ieri, a Roma, nella sede del CNEL, la presentazione del primo rapporto della Commissione Pari Opportunità di Ebitemp “La Somministrazione di lavoro in una prospettiva di genere”, elaborato a partire dai dati Inail, Istat e Formatemp. Nel documento, una fotografia dell’economia e del mercato del lavoro in Italia, confrontati con il settore del lavoro interinale, per la prima volta rappresentato a partire dai dati relativi all’occupazione femminile.
Supportare le lavoratrici impiegate con un part time povero, potenziando sostegno su reddito e previdenza.
“Anche nella somministrazione si conferma una polarizzazione del lavoro femminile su mansioni considerate meno professionali e, quindi, meno retribuite” è stato il commento di Davide Franceschin, Segretario Nazionale NIdiL Cgil, dopo l’iniziativa.
“Per recuperare il gap esistente tra le retribuzioni medie delle lavoratrici rispetto ai colleghi uomini, fondamentale intervenire su un incremento dei salari nei settori, in particolare, dei servizi e di cura alla persona, valorizzando e riconoscendone anche l’importanza sociale. Contrattualmente, si sta valutando di provare a supportare, attraverso il fondo di solidarietà di settore, le persone occupate con un part-time povero, sia a livello di reddito, sia dal punto di vista previdenziale” conclude Franceschin.
Camusso: ripensare il part-time
“I dati contenuti nel rapporto assomigliano a quelli del mercato del lavoro in generale – ha osservato la responsabile delle Politiche di Genere della Cgil Nazionale Susanna Camusso durante il suo intervento – Questo significa che il mercato del lavoro della somministrazione sta vivendo le stesse criticità. Non ci sono elementi significativi del superamento delle discriminazioni tra uomini e donne, anzi, le cose sono peggiorate rispetto al tema degli orari di lavoro e della quantità di ore di lavoro e del part time involontario”.
Il part-time involontario nel mondo del lavoro colpisce maggiormente le donne: “Il part-time pensato dalle donne come strumento di conciliazione è diventato un ulteriore ostacolo alla conciliazione, termine che peraltro andrebbe abolito dal nostro linguaggio perchè oggi il grande tema è quello dell’equilibrio e della condivisione – ha spiegato Camusso –Il part-time era una rivendicazione delle donne e riguardava una stagione della vita che aveva delle esigenze, non una domanda di ridurre la propria presenza nel mondo del lavoro o un meccanismo escludente. Oggi, però, si ritorce contro le donne perchè nelle assunzioni part-time non c’è traccia di un tempo in cui può diventare full. È utilizzato come forma di flessibilità e non di organizzazione della vita delle persone.”
Non solo. Per Camusso il problema del mancato superamento delle discriminazioni tra uomini e donne nel mondo del lavoro va collegato anche alla questione degli orari e della quantità di ore lavorate: “Siamo di fronte ad una divaricazione tra chi è in over orario e chi è perennemente in orari ridotti – spiega – È una distinzione settoriale, ma questo ci dice che sarebbe bene fare una discussione sugli orari del lavoro, come sta facendo il resto del mondo. In generale, c’è bisogno di minore precarietà, di costruire l’idea non dell’incentivazione, ma della disincentivazione di una serie di forme di lavoro.”
Accordo quadro interconfederale su molestie e violenza nei luoghi di lavoro
“Altro dato importante, all’interno dell’ultimo rinnovo del CCNL di settore, il recepimento dell’Accordo quadro interconfederale su molestie e violenza nei luoghi di lavoro – ha sottolineato Sabina Di Marco, Segretaria Nazionale NIdiL Cgil a margine dell’incontro – cui daremo seguito promuovendolo e garantendone l’attuazione, con tutte le misure necessarie ad arginare e debellare il fenomeno. Inoltre la Commissione Pari Opportunità istituita presso Ebitemp, utilizzando anche i dati emersi da questo primo rapporto e da quelli che seguiranno, avrà anche il compito di realizzare strumenti e garantire pratiche per promuovere occupazione femminile di qualità nel settore e migliorare le condizioni di lavoro e di vita delle donne.”
Bilateralità e somministrazione di lavoro
“Spero che questo primo evento pubblico organizzato da Ebitemp sia l’inizio di una serie di interventi capaci di divulgare e rendere pubblico ciò che la Bilateralità riesce a fare nel settore della Somministrazione.” Ha confermato Lucia Anile, vicepresidente Ebitemp, nella relazione introduttiva, per poi sottolineare come “Di fatto, il CCNL dispone di linee di orientamento e di intervento sulle quali il nostro Ente deve svolgere il proprio ruolo e noi possiamo dire che attraverso questo lavoro e non solo, stiamo cercando di metterle in pratica. In definitiva, permettetemi di dire che gli Enti Bilaterali, sempre più, devono svolgere il compito di coniugare esigenze di giustizia sociale, esigenze di sviluppo e competitività delle imprese.”
I DATI CONTENUTI NEL RAPPORTO
Secondo il report Ebitemp, descritto dalla vicepresidente, Lucia Anile, su un totale di 486mila contratti, sono circa 189mila le donne che nel 2018 hanno lavorato con un rapporto di lavoro in somministrazione (ex lavoro interinale), pari al 38,8%, con una diminuzione costante negli anni successivi alla recessione economica del 2009.
Rapporti di lavoro brevi, spesso part time
Le donne hanno la massima incidenza nei rapporti di lavoro brevi, meno di 90 giorni, che nel primo trimestre del 2019 hanno rappresentato l’86,4%, evidenziando anche un maggiore turnover rispetto agli uomini. Nel 2018 le giornate lavorate per trimestre, in media, sono state solo 45,4.
Circa il 34% delle lavoratrici in somministrazione è occupato a tempo parziale, contro il 12% circa dei colleghi maschi. Il lavoro femminile in somministrazione, inoltre, ha una minore variabilità rispetto al ciclo economico, che, secondo il rapporto, deriva verosimilmente dalla diversa distribuzione settoriale delle assunzioni fra uomini e donne.
Il gap salariale resta rilevante, con un 7,7% di differenza a favore degli uomini che aumenta fino al 13% nel settore delle costruzioni ed è più alto nelle attività finanziarie e assicurative (+20% a favore dei lavoratori).
L’87% è occupata nel settore alberghiero
Le assunzioni di uomini nel lavoro in somministrazione nell’industria, settore più sensibile al ciclo economico, sono il 42% del totale contro il 22% delle assunzioni di donne. Per tipo di professione, le donne svolgono più attività tecniche, lavori esecutivi di ufficio, e professioni qualificate nel settore del commercio e nei servizi. Il lavoro femminile in somministrazione prevale, invece, nel settore alberghiero, dove le lavoratrici superano l’87%.