Sport. Cgil, NidiL, Slc: garantire diritto sociale e universale, ai lavoratori diritti e dignità.
Con un comunicato congiunto Cgil, NIdiL e Slc esprimono apprezzamento sulle recenti affermazioni dell’AD di Sport e Salute, Sabelli, che ha raccolto e sviluppato positivamente quanto i sindacati denunciano da decenni. “Il sistema sportivo italiano è da riprogettare strutturalmente al fine di affermare il diritto allo sport per tutte e tutti, oggi negato a tantissimi cittadini, attraverso investimenti oculati e politiche accorte, nella direzione del superamento di ogni ostacolo, per affermare l’universalità dell’accesso alla pratica sportiva” spiega la nota.
Lo Sport come diritto universale
Positivo anche il giudizio sulla decisione del nuovo Governo di ripristinare un apposito Ministero che, insieme alle politiche per i giovani, si occupi specificamente delle problematiche connesse allo sport. “La recente Legge delega di riordino del sistema sportivo, approvata in via definitiva i primi di agosto, dovrà essere riempita di contenuti, attraverso una serie di decreti ai quali rimanda – prosegue il comunicato – Occorre agire per superare atavici problemi, limiti e contraddizioni che segnano lo sport e l’attività fisica nel nostro Paese.
L’Italia è stata e continua ad essere competitiva nello sport agonistico, ma detiene disdicevoli record riferiti alla sedentarietà della popolazione. Da questo punto di vista, il nostro modello, dal dopoguerra ad oggi è stato e continua ad essere largamente fallimentare, scaricando prevalentemente sui cittadini gli oneri della pratica sportiva e della conoscenza dei benefici connessi al fare sport, determinando un accesso all’attività fisica elitario e di classe”.
Secondo i Sindacati, quindi, “L’attività fisica rappresenta un fattore nevralgico di prevenzione primaria della salute fisica e mentale. Lo sport è, a tutto tondo, un elemento importante di welfare con il suo portato di valori di civiltà: accoglienza, integrazione, valorizzazione delle diversità, contrasto all’esclusione e all’emarginazione. Per questo, partendo dall’interesse generale della nostra sfera di rappresentanza, riteniamo che si debba agire per rimuovere tutti gli ostacoli, affermando pienamente il diritto allo sport per tutte e tutti.”
Lo Sport come lavoro
Riguardo al disegno di legge delega approvato, Cgil NIdiL e Slc affermano che “si dovrà operare per affrontare – nei suoi tanti risvolti – il tema del lavoro nelle attività sportive. Una vera e propria emergenza che interessa più di un milione di persone (dipendenti, collaboratori e partite IVA) la stragrande maggioranza delle quali priva di diritti e tutele, a causa della “strutturale” precarietà che segna un settore permeato da quel ‘volontariato’ che spesso cela ‘lavoro nero e sommerso’.
Sono molte ed eterogenee le problematiche e interessano diverse figure professionali, non ultima quella degli atleti, per i quali (quando dilettanti) non esiste nemmeno un inquadramento sotto il profilo del diritto del lavoro, escludendoli da ogni copertura contributiva e previdenziale. Una questione che interessa particolarmente le donne, escluse completamente, attraverso una non più tollerabile discriminazione, dal professionismo sportivo.
Ci sono poi i temi della formazione e della professionalità “quasi sempre trascurati – conclude il comunicato – e invece assolutamente centrali, soprattutto per la qualità del lavoro di preparatori, allenatori e istruttori. Tutti temi sui quali incalzeremo il Governo, rafforzando un’azione sindacale unitaria e promuovendo alleanze più larghe con iniziative mirate ad affermare lo sport come diritto sociale e universale di cittadinanza, dando al lavoro nello sport diritti e dignità, per dare risposte alle tante lavoratrici e ai tanti lavoratori del settore che sollecitano, rivolgendosi al Sindacato, un’azione mirata ad affermare tutele, professionalità e diritti”.