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VENTICINQUE ANNI DI NIdiL CGIL

Il 21 dicembre 2023, si è tenuta a Roma, presso la sede nazionale della CGIL in Corso d’Italia 25, l’iniziativa “Lavoro, singolare collettivo. Per una storia di NIdiL CGIL nelle trasformazioni degli anni 2000” organizzata da NIdiL CGIL Nazionale in occasione dei 25 anni dalla sua costituzione.

Presenti o in collegamento, i segretari generali che si sono avvicendati alla guida della categoria (Cesare Minghini, Emilio Viafora, Filomena Trizio, Claudio Treves), e alcuni delegati di ieri e di oggi (Silvia Simoncini, Giulia Tagliaferri, Anna Romanelli, Mario Sica, Roberto De Sio, Andrea Pratovecchi, Luca Farenga) che hanno ricostruito la storia sindacale attraverso le loro testimonianze.

A moderare il dibattito Maria Giorgia Vulcano, presidente dell’Assemblea Generale NIdiL CGIL. Contributi del Prof. Fabrizio Loreto (Università di Torino), e Francesco Sinopoli (presidente Fondazione Giuseppe Di Vittorio). Conclusioni affidate a Maurizio Landini, segretario generale CGIL. (Foto: Marco Merlini)

ANDREA BORGHESI | Introduzione

“Gli storici diranno sull’azione della nostra categoria in questo quarto di secolo, passata per sei Congressi a partire dal 2002, dove fu eletto come primo segretario generale Emilio Viafora, passando poi per Mena Trizio eletta nel 2006, Claudio Treves nel 2013 e quindi il sottoscritto nel 2018, riconfermato da ultimo a febbraio di quest’anno.” Così, Andrea Borghesi, segretario generale NIdiL CGIL, ha introdotto il dibattito, dopo una breve ricostruzione del contesto economico e politico degli ultimi 25 anni.

“Agli storici affideremo la redazione di una ricerca sulla nostra breve storia da realizzare nel prossimo anno, pur sapendo che per un compiuto giudizio il tempo di sedimentazione dovrebbe essere più ampio – ha proseguito Borghesi – approfitteremo allora di questa particolarità e condiremo questo prossimo periodo di analisi e approfondimenti di carattere economico, giuridico, sociologico per il quale andremo a costituire un comitato scientifico assieme alla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, alla Società Italiana di Storici del Lavoro e l’Archivio CGIL nazionale (che ringrazio). Pensiamo che possa essere un percorso utile non solo a noi ma anche a tutta la Confederazione riflettere su questi 25 intensi anni. Non si esaurisce tutto con oggi, quindi, oggi è l’inizio di un percorso che appunto si concluderà il prossimo anno.”

“Nella giornata odierna vorrei che venissero fuori le piste principali del lavoro che andremo a svolgere nel prossimo futuro, attraverso il racconto e il punto di vista di quanti a diverso livello hanno svolto una funzione nella nostra giovane categoria, intrecciando anche nell’articolazione della discussione delegati e delegate di ieri e di oggi e segretari generali che si sono avvicendati. Chiedo a tutti lo sforzo di raccontarsi, pur brevemente, nell’attività svolta. Credo che questo ci aiuterà molto a capire come siamo arrivati qui e come soprattutto andare avanti nel futuro della nostra azione.”

Perchè il titolo “Lavoro, singolare collettivo”?

(…) “Il Lavoro singolare collettivo. Abbiamo un po’ giocato con il titolo proponendolo come una voce del dizionario ma il punto non sta qui, ovviamente. Qui, nel titolo, ci sono due punti di giudizio politico che vorrei proporre alla discussione: il primo è relativo all’utilizzo della parola Lavoro al singolare. Credo che l’esperienza di questi anni ci proponga quanto sia importante declinare questa parola al singolare e non ad un generico plurale ‘i lavori’ o, ancor di più, ‘i nuovi lavori’. Se infatti le identità, come nel nostro nome, possono essere diverse il Lavoro è uno solo, è il Lavoro che ha dato e dà dignità, libertà alle persone e che ha ispirato, come elemento centrale, la nostra Costituzione repubblicana. Il Lavoro come motore di libertà e di uguaglianza e, conseguentemente, come fattore determinante della cittadinanza.”

(…) “Poi c’è un l’altro punto che è relativo al fatto che un pezzo della nostra rappresentanza, penso al mondo del lavoro autonomo, anche genuino, i professionisti in particolare,  vive e realizza il proprio lavoro in una condizione di atomizzazione e separatezza rispetto al lavoro del proprio committente e a coloro che operano per lo stesso soggetto imprenditoriale. Qui ci viene in soccorso come per tutti gli altri l’aggettivo “collettivo”. Noi pensiamo che sia quella collettiva la dimensione nella quale riconoscersi e chiedere tutele, diritti, condizioni eque.

Un argine alla precarietà

Intervista a Andrea Borghesi di Patrizia Pallara su Collettiva.it

Per una ricostruzione della storia di NIdiL CGIL

- FABRIZIO LORETO | Lavoro, precarietà e sindacato nella storia d'Italia

Ad arricchire e aprire il dibattito, la presentazione dal titolo “Lavoro, precarietà e sindacato nella storia d’Italia” di Fabrizio Loreto, professore di storia contemporanea all’Università di Torino e autore, con Stefano Gallo, del libro “Storia del lavoro nell’Italia Contemporanea” (Il Mulino, 2023).

- FRANCESCO SINOPOLI | Le parole del lavoro: libertà, autonomia, democrazia

Francesco Sinopoli, presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio: “Una ricerca storica su NIdiL potrebbe sembrare un azzardo, NIdiL è il presente per uno storico, (…) ma un bilancio di questo lungo trentennio è doveroso, a mio avviso. La dinamica salariale stagnante ne è uno specchio impietoso e il dilagare della precarietà ne è come sappiamo una delle cause.

(…) Una ricerca storica su NIdiL non è azzardata, con Fabrizio e Andrea abbiamo pensato entusiasticamente che si poteva fare, forse perché essendo stata la mia prima esperienza sindacale a Bologna, alla NIdiL di Bologna, contribuendo alla prima elezione di delegati interinali, essendo noi una generazione di sindacalisti che è sostanzialmente cresciuta nella precarietà, ci sembrava una cosa sensata.

(…) Riflettere su NIdiL è secondo me riflettere su ciò che è il lavoro oggi, sul senso del lavoro e sulle forme più adeguate per costruire quel contro potere collettivo che può dare dignità, che può democratizzare il lavoro…”

Interventi degli ex segretari generali NIdiL CGIL

- CESARE MINGHINI | 1998: coordinamento Nuove Identità di Lavoro

Nel 1998, il primo coordinatore nazionale di un NIdiL appena costituito all’interno della CGIL come coordinamento, è stato Cesare Minghini: “Se si vuole raccontare questa storia, bisogna ricordare che non fu un parto facile. In realtà grande parte delle categorie della Confederazione era contro, perché c’era il tema della rappresentanza: chi doveva rappresentare quei lavoratori? E si pensò a una formulazione che rappresentava un ibrido, perché si decise comunque di dare vita a un tesseramento non avendo in realtà ancora la struttura di una categoria.

Non era un dipartimento, come ho sentito dire, lo chiamavamo coordinamento, infatti io non sono annoverato fra i segretari… Dirò una cosa non simpatica: io ero contro. Avevo formulato una proposta che discutemmo a Napoli nel 2000 che si chiamava ‘co-promozione’: una struttura co-promossa dalla Confederazione e dalle categorie perché questo era il modo di legare l’azione sindacale per favorire una sensibilizzazione, una crescita di attenzione sindacale.”

- EMILIO VIAFORA | 2022: nasce NIdiL CGIL per rappresentare interinali e lavoro autonomo

Emilio Viafora è stato il primo segretario generale NIdiL CGIL, eletto nel 2002: “La CGIL è stato il primo sindacato in Europa e nel mondo a porsi il problema di una rappresentanza diretta e di costituire una categoria sindacale che fosse in un rapporto stretto con tutte le altre categorie e rappresentasse un mondo del lavoro che era cambiato, che cambiava rapidamente (…). Si affacciavano sul mercato del lavoro soggetti che chiedevano si una tutela collettiva ma anche un riconoscimento soggettivo di percorsi formativi, di percorsi di autorealizzazione che non erano sufficientemente rappresentati dalle vecchie strutture sindacali.

Il punto di svolta fu la co-promozione, che non si realizzò a Napoli quando fu proposta da Minghini, ma che portammo avanti con determinazione. (…) Se noi avevamo avuto una scomposizione dei cicli e dell’organizzazione produttiva, come si poteva pensare di ricostruire le filiere e i cicli senza una rappresentanza che mettesse insieme sia i lavoratori stabili sia tutti quanti i lavoratori che avevano un qualche rapporto con quella azienda? Riguardava i lavoratori interinali ma non solo, perché anche nel mondo dell’impresa più tradizionale crescevano figure professionali nuove con contratti di collaborazione, a volte fasulli. (…)

Qual è stato, secondo me, l’elemento fondamentale e di innovazione che abbiamo introdotto? È che abbiamo cercato, abbiamo anche realizzato, di fare in modo che la CGIL guardasse anche il mondo del lavoro dei professionisti autonomi reali, che non erano garantiti da ordini professionali, a nuove professioni che non erano regolamentate e che cercavano di essere e di avere – rivendicavano – diritti che erano completamente a loro negati.”

- FILOMENA TRIZIO | Rappresentare il lavoro che cambia

Per Filomena Trizio, segretaria generale NIdiL CGIL eletta nel 2006, “nessuna struttura come NIdiL è rappresentativa nella sua evoluzione, nel suo cammino, di un intreccio fortissimo che l’ha caratterizzata – in un quarto di secolo che coincide con le peggiori trasformazioni del mercato del lavoro, direi persino con la dissoluzione dello stato di diritto del mercato del lavoro, che è andata progressivamente crescendo nel corso degli anni – e che è la testimonianza, in qualche modo, di quella che io considero essere una delle virtù, nonostante tutti i problemi che CGIL possa avere e che sono introitati dal contesto in cui vive e da cui è permeata, la virtù grande della CGIL che è questa capacità di saper leggere le trasformazioni e la realtà, cercare sempre di adattare la propria strategia a quella realtà per migliorarla e andare avanti. (…) NIdiL da questo punto di vista è un’espressione credo fortemente efficace.”

- CLAUDIO TREVES | Una categoria adulta

Claudio Treves, segretario generale NIdiL CGIL eletto nel 2013: “Arrivai a NIdiL quando la discussione era sostanzialmente conclusa, nel senso che il compito di NIdiL era quello di dare voce, dare rappresentanza, vuoi alle forme di precarietà dipendente, leggi somministrazione, vuoi alle forme di autonomia variamente intesa (…).

Dico due cose su vittorie e sconfitte. La vittoria è che tra i presenti, oggi, io conosco la metà di voi e che la gran parte di persone che io non ho conosciuto sono RSU, cioè sono delegati. Il sedimento organizzativo di NIdiL è la cosa più straordinaria che si possa constatare. Però, a questo punto, vi sono una sconfitta mia e il ritorno di una domanda. La sconfitta mia è il tentativo di cambiare lo statuto di NIdiL all’ultimo congresso, nel senso di fare i conti con la vicenda della co-promozione. (…) Pensavo che fosse giunto il momento, nel 2018, di considerare NIdiL come una categoria della CGIL punto, senza ulteriori specificazioni e lo penso ancora, però, a maggior ragione per il fatto che voi siete diventati un’organizzazione come le altre, si pone un problema che è quello con il quale io fui accolto quando diventai segretario generale di NIdiL. (…)

Il tema di qual è il destino della contrattazione inclusiva, della lotta alla precarietà, della necessità di rappresentare compiutamente il mondo del lavoro nella logica confederale, quindi non corporativa e non localistica, è un tema che io penso questa Confederazione, e non solo NIdiL, è giunto il tempo che lo riaffronti.”

Interventi dei delegati e delle delegate NIdiL CGIL di ieri e di oggi

- SILVIA SIMONCINI | Non esiste un lavoro senza diritti

“Buongiorno a tutti, sono Silvia, sono una partita Iva e lavoro in un call center” ha iniziato così Silvia Simoncini, oggi nella segreteria nazionale Fiom CGIL, precedentemente segretaria organizzativa NIdiL CGIL Nazionale, dopo avere iniziato il suo percorso sindacale nel 1998 come delegata.

“Venivo da una dimensione che ci viene riproposta anche oggi, quella del lavoretto. I call center erano popolati da giovani ventenni che frequentavano mediamente l’università, a cui veniva detto che quello era un lavoro agile da fare, che ti consentiva di studiare, e che come tale già il fatto che ci fosse alla base uno scambio economico questo era più che sufficiente per soddisfare le necessità di chi quel lavoro lo faceva. Quei primi passi nel sindacato, le compagne e i compagni della CGIL che in quegli anni ho incontrato, mi hanno consegnato l’idea di lavoro che mi porto ancora oggi, mi hanno convinta – perché forse all’epoca non lo ero – che non esiste un lavoro senza diritti, anche quando è un lavoro che tu fai per prenderti la birra sera perché vivi ancora con i tuoi genitori. Ma dal momento in cui c’è una prestazione che fa guadagnare un soggetto, un’impresa, un’azienda: quello è lavoro e non si compensa solo con la retribuzione che, di suo, dovrebbe comunque essere dignitosa. Quel lavoro si compensa con i diritti.”

- GIULIA TAGLIAFERRI | NIdiL cresce: organizzazione e rappresentanza del lavoro che cambia

Giulia Tagliaferri, già RSA della somministrazione nel sito fiorentino del Nuovo Pignone, oggi segretaria generale NIdiL CGIL Firenze.

“La mia esperienza in NIdiL inizia nel 2015 quando ero una lavoratrice in somministrazione di un’azienda che si chiamava Nuovo Pignone, poi General Electric e oggi si chiama Baker Hughes. (…) Ho iniziato nel 2011 con uno stage  e poi nel 2021 un contratto di somministrazione a tempo indeterminato con la promessa di una stabilizzazione che sarebbe arrivata a breve, in realtà sono tutt’oggi una distaccata dall’agenzia Adecco…”

Mi ricordo bene quando nel 2014 ho bussato per la prima volta alla porta dell’RSU del Nuovo Pignone, perché volevo capire che cosa potevamo fare noi lavoratrici e lavoratori in somministrazione che nel frattempo crescevamo come numero. Volevamo essere stabilizzati perché all’interno dell’azienda facevamo esattamente le stesse cose, le stesse mansioni dei nostri colleghi che erano assunti direttamente. (…) Abbiamo capito che dovevamo organizzarci, abbiamo iniziato a fare assemblee. (…) Nel 2019 abbiamo eletto la prima RSU dei lavoratori in somministrazione nell’azienda, quella notte piansi di gioia.”

“In questi ultimi anni ho visto una categoria crescere e maturare nella rappresentanza e rispetto ai contenuti politici. (…) Da quando NIdiL è nato ha avuto il compito di carpire, forse prima degli altri, quali sono le trasformazioni sociali del nostro tempo, dargli forma e trasformarle in battaglie comuni.”

- MARIO SICA | Contrattazione inclusiva e resistenza contro la paura

Mario Sica, RSU NIdiL CGIL Salerno in un’industria del comparto metalmeccanico: “Noi interinali in azienda siamo un numero corposo, siamo in maggioranza. Stiamo cercando di abbassare questo numero e ci stiamo riuscendo anche grazie al supporto del sindacato. Abbiamo un ottimo rapporto con la categoria metalmeccanica, la Fiom. Cioè tra noi non c’è differenza, riusciamo ad avere questa trasversalità: molti colleghi diretti vengono da me che sono un RSA interinale e viceversa, quindi con orgoglio porto questa esperienza di collaborazione e non di divisione. 

Devo dire che l’esperienza sindacale ha portato tanta tranquillità in azienda perché devo dire che prima c’era molta più paura, si lavorava anche peggio, proprio per questa precarietà che si respirava purtroppo ogni giorno. La precarietà c’è, rimane, però il nostro compito è quello di poterla superare, non sappiamo se ci riusciremo in pieno però il nostro compito è cercare di eliminarla quanto più possibile.

(…) Quando siamo partiti venivamo visti come un elemento di distruzione, ma non vogliamo distruggere niente perché è come se andassimo a distruggere il nostro stesso lavoro, la nostra economia, il nostro futuro. C’è qualcuno che purtroppo vede il sindacato come il tiranno e il datore di lavoro lo vede come qualcuno che ti vuole dare una mano. Quindi molto spesso bisogna cambiare prima la mentalità di chi ti lavora vicino.

(…) Molte volte quello che ci frega è la paura, se non ne abbiamo andiamo avanti. Il nostro è un lavoro, nemmeno di lotta: più di resistenza. Perché purtroppo abbiamo colpi da tutte le parti, ma se resisteremo otterremo dei risultati e proveremo a portare avanti questa storia.”

- ROBERTO DE SIO | Per la continuità occupazionale (dalla co.co.co. alla somministrazione, fino alla stabilizzazione nella PA)

Roberto De Sio, ex RSA Sanità NIdiL CGIL Torino: “Arrivo dall’esperienza della collaborazione coordinata e continuativa nel 2009 per approdare poi nella somministrazione nel 2018. (…) Sono sempre stato iscritto alla CGIL, dal 2009, nel 2015 – sono stato nominato RSA NIdiL nell’ospedale Le Molinette. Nel 2015 ho scoperto NIdiL e ho detto  possibile? c’è la categoria nostra, c’è la categoria che rappresenta anche i co.co.co. Questo è stato per noi una vera chimera perché finalmente avevamo dei compagni e delle compagne che riuscivano a guidarci più da vicino…”

(…) Nel 2017 una nuova normativa prevedeva che andassimo tutti a casa. Scusate, uso termini così ma così è: perché quando si tratta di lavoratori che non servono, prendono e ci buttano fuori. Perché che sia azienda pubblica che sia azienda privata, questo succede. Nuovamente, ci siamo ri-organizzati, con il NIdiL finalmente – negli anni eravamo riusciti ad allargare e sensibilizzare anche altri colleghi, anche di altri presidi perché nel frattempo eravamo diventati Città della Salute, nominando altre due RSA oltre a me.

(..) Facciamo questo percorso per la continuità occupazionale tutti quanti insieme e arriviamo alla fatidica somministrazione con la fatidica parità di trattamento ovvero tutti i diritti che avevano i nostri colleghi diretti. Nel percorso, nel 2018 è partito il nostro contratto di somministrazione, ma non era finito lì perché volevamo arrivare alla stabilizzazione. (…) Ci siamo dovuti inventare, nuovamente, un altro percorso spingendo tutte le aziende sanitarie della regione all’indizione di un concorso pubblico , inventando un punteggio dedicato per i lavoratori in somministrazione. Nel febbraio del 2022 sono diventato lavoratore diretto perché vincitore di concorso pubblico…”

- LUCA FARENGA | Precariato. La bomba a orologeria...

Luca Farenga, collaboratore sportivo, delegato NIdiL CGIL Roma: “Avvicinandomi a questa giornata, leggevo 25 anni, e subito ho pensato dove fossi io 25 anni fa. E coincide, un po’, la storia di NIdiL con la mia storia perché ho iniziato l’università nel ’98 – mi iscrivevo all’Isef, quella che oggi è scienze motorie – e da li a un anno già lavoravo nelle palestre. Già iniziavo a collaborare con le prime palestre. Non lo sapevo, ma mentre NIdiL faceva 25 anni di storia, io facevo 25 anni di precariato… Quando parlo di precariato penso sempre alla storiella di Ascanio Celestini in testa, la bomba a orologeria. La famosa bomba a orologeria che il datore di lavoro mette nella tasca  del precario, il precario ce l’ha lì, all’inizio sente il ticchettio, poi piano piano questo ticchettio manco lo senti più, ma ce l’hai e lo sai sempre…”

- ANDREA PRATOVECCHI | Rider, da atomi impazziti a costruire una lotta tutti insieme

Andrea Pratovecchi, rider NIdiL CGIL Firenze “(…) Il lavoro sta cambiando e in questo cambiamento, io ho l’impressione che quell’idea per cui non esiste più una società, ma esistono solo singoli, si sia fatta spazio, si sia presa spazio e abbia anche un po’ vinto. I rider secondo me sono la rappresentazione di quest’idea che purtroppo ha vinto. Siamo delle persone che sono più simili a degli atomi impazziti, controllate da un algoritmo, dall’occhio dell’algoritmo che in realtà è più il gps dell’algoritmo, e che per di più dall’algoritmo sono spinte a essere in competizione fra di loro.

‘Se si buca la ruota al mio collega – pensa il rider – beh alla fine ci guadagno io perché magari prendo un ordine in più’. A un certo punto delle persone dentro la CGIL si sono rese conto che noi esistevamo e che forse valeva la pena darci una voce, darci una mano a passare da essere delle persone a essere una collettività. Senza i sindacati, senza il NIdiL, non avremmo potuto farci vedere e costruire una lotta tutti insieme.”

- ANNA ROMANELLI | Il lavoro autonomo ha bisogno di una dimensione collettiva

Anna Romanelli, delegata autonomi NIdiL CGIL Milano. “Sono iscritta a NIdiL dal 2007 e quando mi iscrissi – vi assicuro – che per un lavoratore autonomo iscriversi alla CGIL o comunque a un sindacato era un atto di fede. Ho trovato la porta quasi chiusa, diciamo socchiusa, e da allora voglio segnalare come le cose sono cambiate in meglio. (…) Il nostro è un lavoro singolare, di solitudine direi; autonomo ma non indipendente, quindi ha un disperato bisogno di  una dimensione collettiva. Noi autonomi, condannati all’Io, abbiamo bisogno di costruire un Noi e il NIdiL mi sta dimostrando che è possibile.” 

MAURIZIO LANDINI | Conclusioni

Maurizio Landini, segretario generale CGIL: “Penso che riflettere sui 25 anni di NIdiL sia in realtà un’occasione per  riflettere non solo sulla CGIL ma su quello che è successo in questi 25 anni. (…) Nell’esperienza si conferma un dato e cioè che i processi che avvengono nel lavoro anticipano poi sempre i processi sociali. E da qui poi probabilmente l’importanza che il lavoro, i diritti nel lavoro hanno, per misurare anche qual è la qualità della vita sociale fuori dal lavoro e qual è diciamo anche la qualità della democrazia.”